Immobile occupato abusivamente e IMU: la parola alla Consulta

Rischia l’incostituzionalità la norma che prevede il pagamento intero dell’IMU per il proprietario di un immobile occupato abusivamente che non può essere liberato. In caso di accoglimento della questione proposta davanti alla Corte Costituzionale, le conseguenze, per i proprietari di immobili abusivamente occupati potrebbero essere rilevanti, fino a legittimare (se proposta in tempo) la domanda di rimborso dell’imposta versata prima del 2023.

Il fatto 

Nel caso esaminato dalla Corte di Cassazione, una Società proprietaria di un complesso immobiliare, dopo aver presentato numerose denunce all’Autorità Giudiziaria, con le quali chiedeva lo sgombero dei locali occupati abusivamente da centinaia di persone legate ad un movimento sul diritto alla casa, otteneva ordinanza di sequestro preventivo dell’immobile. Il provvedimento non veniva eseguito, per mancanza della garanzia da parte del Comune di alloggi alternativi per le persone che avrebbero dovuto essere sgomberate. Intanto, la Società versava al Comune l’IMU per non incorrere in sanzioni  e provvedeva a formulare la relativa istanza di rimborso.  La Commissione Tributaria Provinciale confermava il dovere di pagamento del tributo. La Commissione Tributaria Regionale riteneva invece che mancasse il presupposto impositivo dell’IMU. La questione giungeva quindi alla Corte di Cassazione, che con ordinanza depositata lo scorso 13 aprile, ha dichiarato “rilevante e non manifestamente infondata” la questione di legittimità costituzionale dell’Art. 9, c. 1, D.Lgs. n. 23/2011 (nella versione precedente al 2023).

La norma contestata 

Secondo la Corte di Cassazione” spiega il Prof Giuseppe Marino, partner di Hospitality Law Lab e autore, insieme all’avvocato Luigi Vele per gli aspetti fiscali e all’avvocato Donatella Marino per gli aspetti civilistici, del contributo pubblicato su Euroconference Legal sul tema: ( https://www.eclegal.it/imu-la-suprema-corte-rimette-alla-consulta-la-mancata-esenzione-imu-limmobile-occupato-abusivamente/ )  “l’interpretazione dell’art. 9, c. 1, D.Lgs. n. 23/2011, nella versione precedente al 2023, esclude che lo stato di occupazione abusiva di un immobile integri una causa di esenzione del pagamento dell’IMU per il proprietario o il titolare di un diritto reale su tale bene. Pertanto, la Suprema Corte ha ritenuto ammissibile la questione di costituzionalità della normativa sulla compatibilità con i precetti costituzionali di capacità contributiva, uguaglianza tributaria e inviolabilità della proprietà privata”.

I possibili principi costituzionali violati

Ora,” spiega Luigi Vele “la Corte Costituzionale si esprimerà sull’ipotesi di contrasto della norma con i principi di uguaglianza (Art. 3 Costituzione), tutela della proprietà privata (Art.  42 Costituzione)  e capacità contributiva (Art. 53 Costituzione). In considerazione del fatto che, secondo l’interpretazione dell’Art. 9, c. 1, D.Lgs. n. 23/2011, il proprietario di un immobile, occupato abusivamente per causa non dipendente dalla sua volontà, non solo non potrebbe godere del proprio diritto di proprietà, ma sarebbe anche tenuto a pagare l’imposta piena al Comune, diversamente da situazioni analoghe alle quali è riservato un trattamento diverso (ad es. il proprietario di un immobile inagibile o inabitabile).

“In attesa della pronuncia, non è peregrino considerare”, conclude Vele, che l’eventuale declaratoria di illegittimità potrebbe avere effetti rilevanti, ai fini del rimborso, sia per i proprietari di immobili abusivamente occupati che hanno versato l’IMU prima del 2023, sia per i dinieghi di rimborso già opposti e impugnati, i cui giudizi sono ancora pendenti”. 

I professionisti di HLL continueranno a seguire l’evoluzione della vicenda.

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