Green Pass, cosa cambia per la Hospitality

È in gazzetta il decreto che introduce le modalità di utilizzo del c.d. Green Pass, in vigore dal prossimo 6 agosto, per gli spostamenti e la partecipazione e l’accesso ad alcuni servizi. Tra le attività per il cui accesso è richiesto il possesso di una certificazione verde COVID-19 tuttavia, non compaiono, a differenza di altri Stati europei, gli ingressi in hotel o altre tipologie di strutture ricettive.

Quando è richiesta la Certificazione verde

L’Art. 3 co.1 del D-L 105/2021 che modifica l’art. 9 del D-L 52/2021 convertito, richiede il possesso di una delle certificazioni verdi COVID-19 descritte nel decreto per l’accesso ai seguenti servizi e attività:

 a) servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio, di cui all’articolo 4, per il consumo al tavolo, al chiuso;

 b) spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi, di cui all’articolo 5;

 c) musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre, di cui all’articolo 5-bis;

 d) piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, di cui all’articolo 6, limitatamente alle attività al chiuso;

 e) sagre e fiere, convegni e congressi di cui all’articolo 7;

 f) centri termali, parchi tematici e di divertimento;

 g) centri culturali, centri sociali e ricreativi, di cui all’articolo 8-bis, comma 1, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri

estivi, e le relative attività di ristorazione;

 h) attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò, di cui all’articolo 8-ter;

 i) concorsi pubblici.

L’esibizione del Green Pass è quindi richiesta per i servizi offerti in luoghi in cui la collettività generalmente si riunisce all’interno di ambienti chiusi, come ristoranti, eventi, luoghi di cultura, centri wellness etc. Tanto vale anche se questi servizi sono offerti all’interno delle strutture ricettive in cui è più probabile il contatto con estranei in luoghi chiusi, come piscine, centri termali, palestre, per i quali si applicano le regole generali.

Rimangono escluse invece le strutture ricettive in quanto tali: luoghi che tendono a riprodurre gli ambienti ordinari della vita quotidiana, in cui, i rischi di aggregazione per periodo prolungato in luogo chiuso sono limitati.

Dubbi per la ristorazione in albergo

Resta invece il dubbio sulla necessità del Pass, per mancanza di univocità della norma, per l’accesso ai servizi di ristorazione offerti all’interno delle strutture ricettive. Così come per alcune situazioni che possono verificarsi, come ad es. famiglie che hanno prenotato mezza pensione composte da genitori vaccinati e figli che non hanno ancora ricevuto la prima dose.  È possibile in questi casi l’accesso al ristorante interno alla struttura?

Confidiamo in un rapido chiarimento da parte del Legislatore: non solo per scongiurare cancellazioni all’ultimo minuto, ma anche per evitare sanzioni dovute alle difficoltà di interpretazione della norma, previste non solo a carico dell’utente, ma anche a carico degli esercenti.

Via libera per locazioni e gestione di immobili privati

Nessun dubbio invece per il turismo in alloggi privati, i c.d. “affitti brevi”. L’accesso in una unità abitativa privata attraverso un contratto di locazione breve per finalità turistiche non solo non è sottoposto alla disciplina relativa agli esercizi aperti al pubblico ma soprattutto non espone il turista ad alcun rischio di contatto con altri soggetti in aree comuni, né all’aperto né al chiuso (se non per il passaggio nelle aree condominiali, in caso di appartamenti, che avverrebbe comunque anche negli alloggi di proprietà).

Riprenderemo a proporvi i contributi dei nostri professionisti dopo la pausa estiva. Nel frattempo, confidiamo  che gli interventi legislativi delle ultime settimane servano a sostenere, seppur con diversi modalità, il settore della Hospitality in questa stagione estiva e auguriamo a tutti buone vacanze!

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