Come gestire il turista con sintomi COVID

Quella che sembrava solo un’ipotesi temuta dagli operatori più scrupolosi è già divenuta una realtà: di qualche giorno fa la notizia del turista milanese in villeggiatura ad Ostuni risultato positivo al COVID 19. L’uomo, secondo quanto riportato nelle testate locali, non manifestava nessun sintomo tipico del virus ed era andato in Pronto Soccorso per altre ragioni: sottoposto al tampone secondo procedure d’accesso all’ospedale, è risultato positivo. Il dipartimento Prevenzione della Asl della Provincia di Brindisi ha attivato tutte le procedure per individuare i contatti stretti, compresi quelli che hanno avuto rapporti durante il soggiorno, che saranno sottoposti a tamponi e messi in isolamento.

L’argomento dell’incertezza delle regole e delle conseguenze per i gestori di alberghi, case vacanza e locatori è stato trattato dal Sole 24 Ore con il contributo di uno dei nostri professionisti, l’avvocato Donatella Marino.

Nel caso di Ostuni il problema è contenuto: il turista rimarrà per il periodo di isolamento domiciliare nell’alloggio di sua proprietà. Ma cosa sarebbe successo nel caso in cui l’alloggio fosse stato un appartamento locato oppure un albergo o altra struttura ricettiva? Se il soggetto non ha necessità di cure specifiche, e quindi non viene ospedalizzato, dove trascorre l’isolamento domiciliare eventualmente prescritto? Che ne è dei suoi accompagnatori? E degli altri ospiti della struttura ricettiva? Come vengono gestiti i nuovi ospiti dell’eventuale appartamento locato che al loro arrivo trovassero l’alloggio occupato dai precedenti turisti Covid compatibili in isolamento?

Per gli appartamenti locati con la formula dei c.d. “affitti brevi” la preoccupazione principale è proprio questa: il turista Covid positivo o compatibile costretto a rimanere in alloggio oltre i termini concordati. Chi dovrà pagare la permanenza ulteriore? Come trattare i problemi che sorgono in relazione alle altre prenotazioni? Situazione critica soprattutto se la questione non è stata preventivamente gestita con adeguate pattuizioni tra le parti.

Per le strutture ricettive il pericolo principale è l’esposizione (o semplicemente la percezione da parte degli ospiti) ai rischi di contagio in caso venga imposto l’isolamento (non adeguatamente attrezzato) all’interno della struttura.

Mancano ancora indicazioni unitarie e specifiche sul punto da parte dello Stato. Varie le soluzioni locali, invece.

In relazione all’episodio pugliese è circolata la notizia che la Regione, per questi casi, abbia predisposto “alberghi Covid”, uno per provincia, dove verranno trasferiti i turisti che dovessero risultare positivi al Coronavirus e che saranno seguiti dal SISP (Servizio Igiene e sanità pubblica dell’ASL).

Individuare, a livello istituzionale, strutture adeguate a garantire idonee modalità di isolamento domiciliare e/o fiduciario a soggetti, come i turisti, generalmente privi di un “domicilio stabile” nelle vicinanze, potrebbe essere una soluzione volta ad evitare molti dei problemi prospettati, venendo incontro anche alle situazioni imprevedibili che le sole norme sulle informative di responsabilizzazione individuale del turista potrebbero non colmare (si ricordi che il turista in questione non manifestava alcun sintomo).

Intanto, nei casi in cui nulla è previsto, l’unica tutela disponibile per l’albergatore/gestore o locatore rimane quella preventiva di stabilire obblighi e responsabilità delle parti prima di concludere la prenotazione. Quindi, certamente, insistere sulle misure di responsabilizzazione individuale, ma anche disciplinare preventivamente la gestione di circostanze simili informando adeguatamente il turista che confermerà la prenotazione consapevole della disciplina dell’eventuale sfortunata situazione. Questo al fine di contenere le conseguenze negative dello sciagurato evento che, diversamente, saranno gestite ex post sulla base dei principi generali dell’ordinamento, con esiti incerti – ma certamente gravosi per tutti – degli eventuali contenziosi.

In ogni caso, sarebbe bene che tutte le Regioni disciplinassero delle soluzioni per la gestione di eventuali contagi in alloggi turistici (come alcune già hanno fatto: si vedano i Protocolli della Regione Campania riportati nei precedenti post o quelli dell’Emilia Romagna citati anche nell’articolo del Sole 24 Ore), al fine di non lasciare gli operatori del settore nella scomoda posizione di affrontare da soli le conseguenze (non solo economiche) di un problema che invece coinvolge tutta la collettività.

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