IL SETTORE TURISTICO E IL NUOVO GOVERNO

C’e da immaginare un diverso approccio all’Hospitality con il nuovo Governo. Già ne è indicatore il fatto che, con il Conte bis , il “turismo” lascia l’agricoltura tornando a riunirsi alla “cultura” nuovamente sotto la guida del Ministro – ex avvocato –  Dario Franceschini. Di orientamento politico diverso dal predecessore Centinaio il quale, piacesse o meno, aveva posto un focus particolarmente attento sul turismo.

Nel nuovo programma di governo pubblicato il 4 settembre scorso la nuova progettazione sul “turismo” sembrerebbe comunque inserirsi nel solco precedentemente tracciato. Si prevedono incentivazioni alle imprese operanti nella Hospitality e una revisione della governance pubblica.

Si legge per esempio al punto 19 delle line programmatiche: “Obiettivo fondamentale è quello di accelerare la realizzazione di progetti strategici, tra loro funzionalmente connessi, di valorizzazione dei territori, utilizzando al meglio i Fondi europei di sviluppo e coesione. Rientrano in tale ambito i progetti … in materia di turismo”. E al punto 27, più in particolare: “Il Governo è consapevole che il turismo è un settore strategico per il nostro Paese, anche perché contribuisce per più del 10 per cento al PIL. Per questo, si rende necessaria una seria revisione della governance pubblica, accompagnata da misure concrete a sostegno delle imprese che realizzano ospitalità, con particolare attenzione all’accessibilità”.

Il programma del nuovo Governo sembra quindi, sul piano del sostegno al settore, allinearsi con l’impostazione delle norme di recente o imminente ingresso nel nostro ordinamento – di cui al nostro precedente articolo. Ed è prevedibile e auspicabile che il nuovo esecutivo intervenga sull’Hospitality per meglio regolamentare il settore, sostenere le imprese che vi operano e regolarne l’accesso.

Non è ancora chiaro invece se al centro degli obbiettivi ci siano gli antichi valori di Franceschini: privilegiava il turismo sostenibile, la valorizzazione degli antichi borghi e il supporto che un buon turismo poteva offrire alla cultura, mentre esprimeva perplessità sull’attuale funzionamento dell’imposta di soggiorno e del sistema delle classificazioni, per esempio.

Ciò che non sappiamo è se e come si porrà questo Governo verso gli obbiettivi assiduamente perseguiti dai precedenti: l’individuazione di meccanismi volti a supportare i sempre più frequenti controlli delle Pubbliche amministrazioni finalizzati a contrastare fenomeni di abusivismo. La confusione della normativa favorisce infatti chi, direttamente o affidandosi a Property Manager inesperti, combina – a volte nella convinzione di agire correttamente – l’offerta in locazione della dimora privata con qualche minimo servizio aggiuntivo (qualche cialda di caffè, cioccolatini, una cortese colazione gentilmente offerta “dalla casa”, un passaggio all’aereoporto). Ponendo così in essere quello che eventuali Ufficiali in sede di accertamento tendono a considerare, di fatto, una sorta di esercizio ricettivo irregolare. Ritengono cioè attraversato il confine – sottile nella pratica ma oggi ancora netto in diritto – fra locazioni di dimore private e ricettività: aree interessate da trattamenti civilistici, amministrativi, penali e fiscali molto diversi che espongono il trasgressore a sempre più gravose conseguenze. Da segnalare che tra le sanzioni, in alcune Regini, viene talvolta irrogato persino il sequestro della dimora privata trasformata inconsapevolmente, secondo la opinione degli Ufficiali Accertatori, in struttura ricettiva “abusiva” (sul punto, torneremo a breve).

Confidiamo ancora una volta, e lo faremo presente, che il nuovo Governo si concentri su alcuni aspetti che  consideriamo nevralgici: un’armonizzazione delle normative ad oggi incredibilmente frammentate, un contenimento dell’attuale iper-produzione (un po’ sregolata) di norme e una integrazione delle lacune legislative, anche riconoscendo e disciplinando le nuove forme di ospitalità all’interno di parametri meno stringenti e con poche regole chiare e ben armonizzate.

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