Il disorientamento tra gli operatori del Real Estate e della Hospitality cresce, di fronte al dissesto del mercato. Travolti da uno tzunami di “disdette”, da interventi normativi a tutela di alcune soluzioni ricettive, di interventi delle piattaforme disallineate con gli accordi tra le parti e con il tessuto giuridico italiano, da richieste di sospensione o di riduzione dei canoni, i proprietari di casa, gli operatori della Hospitality, i Property Manager faticano a orientarsi. Ma anche rispetto ai nuovi contratti di locazioni o alle nuove prenotazioni alberghiere dilaga l’incertezza e la preoccupazione di sbagliare. E di trovarsi di fronte al danno (economico, immenso) anche il rischio della beffa (la percezione di un’ingiustizia e la necessità di avviare un contenzioso giudiziario per veder riconosciute le proprie ragioni).
Certo è che l’intermediazione dei portali ha reso la situazione più salata di quanto sarebbe stata se affidata agli strumenti del diritto italiano. Prendiamo per esempio, la “cancellazione” dei contratti di locazione già conclusi. Nel nostro diritto non esiste la “cancellazione” automatica di un contratto. Salvo alcune ipotesi specifiche (quali ad esempio la risoluzione di diritto, che per essere validamente pattuita deve rispettare specifici presupposti) un contratto si può sciogliere solo con l’intervento del giudice. Il quale deciderà, in sede giudiziaria, appunto, per lo scioglimento dell’accordo solo se è pattuito un recesso – con relative modalità di comunicazione e periodo di preavviso – oppure se ricorrono le circostanze di “impossibilità sopravvenuta” o “eccessiva onerosità sopravvenuta” che consentono di risolvere il contratto. Ma, ripetiamo, è il giudice che può decidere, fermo restando la possibilità per le parti di giungere a un nuovo diverso accordo.
Alcuni intermediari on line però, procedendo con colpi di spugna a “cancellare” quanto si trovava on line proposto attraverso la loro piattaforma e restituendo ai turisti/guest soldi non loro (ma spettanti alla struttura ricettiva o al proprietario) stanno alimentando situazioni di assoluto dissesto, aggravando la crisi di proprietari e gestori e assicurandosi un cospicuo contenzioso, una volta conclusa l’emergenza.
Va anche detto però che alcune piattaforme, come Airbnb, uniscono a certe scelte di cancellazione anche interventi di supporto al settore. Nello stesso senso molti altri operatori, del resto.
Per parte nostra, anche i professionisti di HLL hanno deciso di contribuire. Lo faranno affiancando il team di esperti di Gestione imprenditoriale e Marketing di Solo Affitti Brevi (SAB) che ha organizzato un ottimo servizio di assistenza erogato con la modalità divulgativa “Domanda – Risposta” a tutti gli operatori della Hospitality in Italia: siano essi agenti immobiliari, gestori di appartamenti o strutture ricettive, anche se non affiliati alla rete Solo Affitti o Solo Affitti Brevi – quando alle criticità dei proprietari immobiliari stiamo ancora valutando a quale organizzazione affiancarci-. Per le domande legali e fiscali degli operatori quindi il servizio è reso gratuitamente attraverso il sistema SAB dai nostri professionisti e durerà per tutta la fase della emergenza. Questo perché in questo momento in cui tutti sono provati dal dramma sanitario ed economico – e lontani dal potersi gravare anche dei costi per l’assistenza di un avvocato – abbiamo ritenuto importante offrire agli operatori della Hospitality uno strumento iniziale per affrontare questo complesso dissesto che ha invaso anche la sfera legale.
